Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/135

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gravida del seme sparto da la malizia luterana, o che disperderá il concilio, o che le dottrine di tali lo annullaranno, partorendolo. Intanto Italia, Spagna e Francia, da che avete saputo fare del collegio di Pietro il Bembo, uomo nobile e di civile eccellenza, se ne congratula con voi, non altrimenti che del suo aver meritato d’esserne se ne abbi rallegrato con seco. Io, che mi taccio la innocenzia, la modestia, la integritá, la sapienzia, l’onestade e la santimonia di lui, accioché la Fama sempiterna, ministra de sua gloria, non mi noti di presunzione, dirò solamente che si chiara persona ha dato mille anime al paradiso con l’avere transferito in questa cittá catolica e vostra divota il tanto umile quanto buono fra Bernardino da Siena, la cui sinceritá, ridotto il suo core, la sua mente, la sua eloquenza e la sua discrezione ne la sua lingua, ne la sua faccia, ne le sue ciglia e nei suoi gesti, converte le disperazioni in salute, gli odii in caritá, i vizi in virtú e le superbie in umanitade. Onde io, che ho visto, nel predicare egli, la essenza de la eternitá, il Padre in voce, il Figlio in carne e lo Spirito santo in colomba, mosso da quella sua tromba che si fa udire col fiato apostolico, ho creduto a le ammonizioni de la Riverenza Sua, le quali vogliono che questa lettra, in mia vece gettatasi ai piedi de la Vostra Santitá beatissima, le chiegga perdono de la ingiuria fatta a la corte da la stoltizia de le scritture mie. Benché tutto quello, che io ne ho detto con la bocca e scritto con la penna, l’hanno ordinato i cieli, acciò, se nulla mancasse a la beatitudine sopradetta, vi forniate di glorificare ne la conversione Aretina. Ma, se Iddio, per esser piú merito ne la emenda del peccato che ne la continenza del non peccare, si rivolge con piú benignitá a chi doppo l’error si corregge che a quello che mai non errò, chi dubita che la clemenza vostra, ne l’atto del mio pentimento, non usi piú tosto il premio che la pena?

Di Vinezia, il 21 di aprile 1539.