Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/150

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ci trovate quello spirito che si richiede a un tanto uomo, escusatimi con dire che, a scrivere di lui, bisognaria o la sua penna istessa o calamo simile al vostro.

Di casa, al 19 di giugno 1539. Lo spirto, c’ ha l’effigie in carte e in oro, in ciascun clima e in ciascun cielo il nome, le tempie dotte e le sacrate chiome cinge e copre di porpora e d’alloro. 11 collegio di Pier, d’Apollo il coro li accende lumi ed arde incensi, come conviensi a chi senza l’umane some poggia a Dio quasi angel puro e canoro. E, mentre il padre glorioso Tebro li bascia lieto la perpetua mano, io, che con tutta l’anima il celèbro, odo in concento dolcemente strano di caritá e d’amor, di piacer ebro, «Bembo!» «Bembo!» sonare il Vaticano.

CDXLVII

A MESSER GUALTIER BACCI

Gode che una propria nipote entri nel monastero di Santa Caterina in Arezzo, e consiglia il Bacci a conchiudere un matrimonio tra un suo figliuolo e la Lucrezia di Tarlato Vitali. Se io, o fratello, da qualche tempo in qua, per essere oppresso da le trascuratezze e transportato da le occupazioni, non ho risposto a le vostre lettre secondo il merito di voi e il debito di me, l’animo, che non s’impaccia con le pigrizie di quelle né con le brighe di queste, vi rispose del continuo, percioché l’amicizia, incarnata con le passioni sue nei petti nostri fin da puerizia, non coinportarebbe che il core non supplisse al mancamento de la mano. E, perché le volontá de lo spirito