Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/152

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un gran dono, salutatemi l’abbadessa, reverenda madre di si puro e di si santo ordine. Intanto andrò provedendo a quel ch’io debbo, acciò la giovane, che deliberiamo collocarci, possa intrare nei servigi di Cristo. Or, per tornare al desiderio, che vi move a volere che uno dei fanciulli vostri si esserciti ne la industria, ne la pratica e ne la sollecitudine mercantile, dicevi che ho pensato cosi meco stesso che avete la piú bella occasione che si possa imaginare. Ecco qui: messer Tarlato, uomo di grave reputazione, lascia di tór persone apresso, per non esser lecito che la gioventú si acosti a la castitade. Ma levi il matrimonio dal volto de l’onore la mascara del rispetto, e, prendendo il figliuol vostro la figliuola sua, transferischisi a lui, che gli sará con tutto il core suocero, padre e precettore. Io, che mi taccio le condizioni del predetto, percioché da ognuno le fa conoscere la propria sufficienza, dovrei anco tacere quelle de la figlia; e, ciò facendo, servarei il decoro di colui che l’ha generata e il grado di colei che l’ha partorita, perché solo a dire: — Ella è nata da tale uomo e da tal donna, — assai se ne favella. Io, veramente, ne taccerei, se l’affettuoso de la caritá, anzi il giusto del dovere, non mi sforzassi a giurare die la fanciulla non ha di fanciulesco se non l’etá: ogni altra cosa è attempata in lei. Debbe il capo d’una famiglia, die brama dar moglie ai suoi, cercare di ridursi in casa la concordia e non la facultá, la modestia e non la bellezza, la bontá e non la nobiltade. Né dico questo, perché non sia la giovenetta, di chi io parlo, onestamente ricca, onestamente bella e onestamente nobile; ma percioché un par vostro deve perpetuar la stirpe in sangui pacifici, in nature mansuete e in costumi simili a quelli di Lucrezia Vitali, la quale, oltra l’essere la facilitá, la mansuetudine e la semplicitá istessa, ha tanta discrezione tra le sue virtú, che piú non se ne brama in donzella. Io son certo che darete fede a le mie parole, si perché io non conosco ciò che si sia menzogna, si perché i vostri interessi son miei, si perché soleva pur esser costume di messer Gualtiere il pensare a lo inalzarsi. Non sapete voi, che foste giá onorato cortigiano, da quanto si fa colui che si travaglia con