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il raccomandare la mia affezzione al magnanimo messer Andrea, onor di Modana, di salutarmi messer Gasparo Gucci, giovane ornato di grave creanza.

Di Vinezia, il 17 di luglio 1539.

CDLVIII

AL SIGNOR DON LOPE SORIA

Ne loda l’abilitá politica, e si duole della partenza di lui da Venezia. Per fortuna gli è successo, nella rappresentanza della corte di Spagna, don Diego di Mendoza. Io non mi sono molto doluto de la sorte, che, nel partirvi di qui, mi interdisse il basciarvi quella mano cotanto pronta in favorirmi con il potere de le sue lettre e si presta in aiutarmi con il volere de le sue cortesie, percioché la imagine vostra, la quale vive nel mio core, supplisce a la perdita, che de la presenza di voi .hanno fatto i miei occhi. Talché io, finché gli inchiostri potran ricordarsi di me stesso, contarò ai secoli come, doppo Tessermi padrone e per sangue e per grazia e per degniti e per virtú, mi séte stato padre ne le ammonizioni, fratello ne la benivolenza, compagno ne la domestichezza e amico ne la necessitá. Perciò, quando io odo le gran lodi che ai benemeriti del Soria dona questa cittá egregia, e mentre veggo lo ismisurato amore che a le somme qualitá di lui porta la sua nobiltade inclita, mi si commovono le viscere, come la dolcezza di cotal laude e di cosi fatta affezzione ridondasse in mia gloria e in mio grado. Ma è ben dovere che voi, chiaro e onorato uomo, siate essaltato da si magna terra e amato da si grave ordine, peroché ne le facende cesaree sempre manteneste lo interesso di Sua felice Maestá e sempre osservaste le perminenze di si alta republica: talché l’utile e l’onesto, che si difficilmente e si di rado si accozzono insieme, tuttavia,