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d’inclinazione e di spirito. Ma, perché io so che il tempo datovi con nobile commoditá è da voi bene ispeso, dirò solo che vi procacciate la felicitá de lo star sano con la temperanza de lo appetito.

Di Vinezia, il 29 di settembre 1539.

CDLXV

AL ROMANO MONSIGNOR GIROLAMO VERALLO

Legato apostolico. Invia la Vita dí Maria Vergine, loda il marchese e la marchesa del Vasto, e si duole della corte di Roma, la quale non fa nessun conto delle opere sacre da lui pubblicate. Eccovi, nobil signore, l’opera che pur ora esce de le stampe Marcoline, ne la cui pura diligenzia entrò dianzi, mercé de la fede che de la dovuta religion sua fece la catolica bontade vostra. Ma, se bene ogni cosa è quasi possibile appresso la possanza de lo intelletto e assai si può comprendere per via degli studi artificiosi e naturali, bisognarebbe che Iddio infondesse gli spiriti de la sapienza divina sopra de lo ingegno che tenta ritrare i gesti de la candida Madre di Cristo; onde colui, che pur ardisce cantarne, non iscemaria col suo stile basso l’altezza del subietto. Benché io, per me, non ho scritto di lei, presumendo con l’audazia de la temeritá di saperne scrivere, né per credermi di meritar di scriverne; ma sommi dilettato in ciò per le grazie ottenute da la sua misericordia, per la riverenza che se le debbe e per farne dono a la egregia marchesa del Vasto, vita e anima de l’anima e de la vita del magno Alfonso d’Avolos, le cui doti singulari insuperbiscono in modo il mio esser nato al tempo di lui, ch’io me ne vanto come di cosa felice. Veramente il pregio, nel qual lo tiene il fortunato imperadore, se gli conviene, percioché egli solo ha l’animo degno di laude, egli solo ha il nome degno d’onore, egli solo ha il