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CDXCII

AL MAGNIFICO FRANCESCO GRITTI

Quantunque tutto occupato a comporre pel marchese del Vasto la Vita di santa Caterina, ruba un momento per iscrivere al Gritti, cui invia un’opera (forse la Vita di Maria Vergine ), con preghiera di consegnarla a Isabella Gonzaga. I crediti, o figliuolo, c’hanno gli alti meriti del marchese del Vasto con la bassa virtú mia e i debiti fatti de la gran povertá di me con la massima mercé di lui, mi occupano talmente d’intorno a la composizione d’una opera impostami da Sua Eccellenza, che a pena ho rubato il tempo, che metto in ringraziarvi e de la memoria che tenete di quel ch’ io mi sono e la fede che avete in quel niente che mi possa. E, come ho giurato al magnifico messer Giovanni, tenero padre vostro, sol l’affezione che vi porto è atta a tónni da lo studio per rispondere a le lettre. Benché mi fa male di non poter mandarvi ninna fatica di mio che sia piú nuova di questa, che, giá vecchia, vi mando. Si che datela a la signora Isabella Gonzaga; e, se avviene che ella non l’abbia anco vista, non dubito che non le piaccia, si per parlare del suggetto di cui parla, si per venire da me, che adoro lei, bontá del suo cotanto stimare le cose ch’io scrivo.

Di Vinezia, il n di febraio 1540.