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CDXCIV

AL DUCA DI MANTOA

\ Non appena si sará sbrigato della Vita di santa Caterina , mostrerá al mondo quanto gli sia stato caro il riacquisto della grazia del Gonzaga. Nel ricevere pur oggi una carta del marchese del Vasto, ho, signor mio, compreso, in alcune parole esortanti me a perseverare ne la servitú con Vostra Eccellenza, con quale affetto egli vi ama e con che ansia cerca che siate adorato. E, perché il dono de la grazia riconcedutami da la clemenzia di voi per ancora non è stato da me riconosciuto come debbo riconoscerlo, sono obligato prima a vergognarmene, come me ne vergogno, perché dovea farlo accioché la dolcezza vostra si compiacesse ne le sue caritá, e poi a scusarmene non l’avendo fatto, per avermene dato cagione il religioso Alfonso d’Avolos con lo impormi la Vita di santa Caterina. Le fatiche de la cui opera, favorendomi Iddio, saranno composte e impresse inanzi pasqua ; e, tosto che io me ne spedisca, entrarò a scrivere la bontá del catolico Federigo Gonzaga con il fervore che forse un di, con lo istesso abito rimesso da ogni ambizione d’ipocresia, sarò visto predicare il nome di Cristo Giesu. E, avenga che abbiate a cuore piú quel suggetto che questa materia, degnatevi di accennarmene; e cosi vedrete di che grandezza è l’animo, che, nel desiderio di gratificarvi, tiene il mio piccolo ingegno.

Di Vinezia, il 16 di febraio 1540.