Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/231

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formoso, aletta il gusto e la vista. Io, nel riveder le pergole e le vigne coi grappoli e coi pampani, le quali non ho rivisto da che si potano a che si vendemiano, paio un padre di famiglia ritornato in processo di tempo a la propria casa, il quale, nel ritrovare costumati, virtuosi e uomini quei figliuoli, che egli lasciò senza costumi, senza virtú e fanciulli, ne mena una festa simile a quella che mostrano i villani, alora che, inebriatisi a l’odor del mosto, a guisa di moscioni si raggirano intorno a le tina ripiene del liquore bollente ne le vinacce péste e infrante. E, per tornare a la villa, dico che, se bene gli invitti consoli romani si diportavano ne le sue felici consolazioni e, adescati dal commodo de le fertilitá di lei, si scordavano dei gradi e degli onori, non penso che voi, che séte prestante donna, tirata da si fatta cagione, vi dimentichiate di Perina, che vi è figlia ubbidiente, e di me, che vi sono amico amorevole.

Di Vinezia, il 27 di febraio 1540.

DII

A MESSER PAOLO INTERIANO GENOVESE

Nel lodare tre sonetti di Maria Spinola, inviatigli daH’Interiano, magnifica il valore delle poetesse del Cinquecento. Egli è vero, fratello, che la presenza de l’amico è specchio de l’amicizia: nondimeno le lettre, che si mandano l’un l’altro quegli che si amano, si posson chiamar invisibili commerzi, e, mentre leggiamo ciò che da questo e da quello ci viene scritto, le nostre orecchie, obliando il suono de la propria lingua, si riempieno degli accenti che escono da le istesse voci degli amici; per la qual cosa la mente, che gli rivede coi suoi occhi, permette che favelliamo insieme, non altrimenti che si faccin coloro che in assenza nostra ragionan con essi. Testimonio il mio avere compreso ciò nel leggere la cara e piana carta che vi è piaciuto inviarmi, le cui vivezze ho io piú volte rilette ;