Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/245

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termini debiti a la servitú che le tengo, non è ch’io non giurassi d’essermi sempre rallegrato e tuttavia goduto del vedervi crescere le riputazioni e le ricchezze. Dipoi ha tanti capi la catena che a voi mi lega con la affezzione, che, nonché altro, la morte durará fatica a sciòrmene. Ecco i meriti vostri, ecco le virtú del conte Guido Rangone famosa memoria, ed ecco la degnitá del signor Luigi Gonzaga mi predominano in modo l’animo con l’obligazioni dei benefici, che io non ci ho che fare. Né si creda ch’io dica simili parole a fine che aviate piú caldamente a giovarmi, peroché la grandezza del mio core supera in me la miseria de la propria povertade; e mi reputo di qualche conto, da che io, oltre lo spender sedici scudi il mese in pane solo, posso vantarmi che me se ne giochino ottocento. Sa ben la Fortuna ch’io sono uso a patire piú strani accidenti. Se io ricorro al mezzo vostro per il presente sinistro, lo faccio per non esser tenuto istolto circa il non aprezzargli. Ma in qual selva, in qual barattaria si udí mai uno assassinamento si fatto? Adunque su la fiera di Rovano a un garzonastro messo suso dai convitti e tentato da le carte si dee truffare il don reale? Or poniamo che Sua Maestá non me ne fusse stata larga: la equitá de la ragione non ha a farmi restituire il mio? Veramente io lo racquistarò, se il re è tanto giusto quanto liberale. È cosa iniqua ch’io, mendico virtuoso, abbi mandato mille volte a la corte per ritrare si minima cortesia, e, quando penso pascerne le mie necessitadi, la mi si ruba quasi in su gli occhi del donator d’essa. Certo ch’io pigliarci il consiglio, con cui mi ammonite a rimandare a Parigi colui che ha saputo si ben gittare e si mal giocare la predetta somma. Se lo sciagurato ci fusse, io ci andrei in persona, qual mi persuadete, se lo star prima a patto di limosinar la vita non mel vetasse. La volontá, che ognora ebbi di vedere l’Altezza de l’ottimo Francesco, mi perdona il non volerla piú mettere in esecuzione, peroché l’etá, che mi si aggrava adosso col carco de la vecchiaia, non è molto atta a correr dietro a le spettative. Basti a lui la lode, che in onore de le sue preclare qualitá uscirá continuo da la mia lingua. Intanto Vostra Eccellenza si degni fare intendere a monsignor