Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/28

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di Spagna, non vi riscaldando punto ne la ostinazione de la parzialitá. Percioché a uno unto dal sacramento, segnato dal grado come voi, si conviene desiderare la concordia comune e la gloria universale; e, contentandosi de lo stato nel quale l’ha posto il cielo e la fedeltá, dee sempre tendere con l’opere e con le parole al bene del prossimo e a l’onore altrui: ché tali sono i teologi e i litterati, che brama Cristo per la sua fede e per la sua Chiesa. Di che piú bella dottrina può ornarse un par vostro, che non esser tenuto ipocrito, sendo catolico? Meglio è la mitera senza inganno che il cappello con fraude. Non dispiace a Dio la musica di don Girolamo accordata con il liuto del Barbieri: il cantare ladro de l’uno e il sonar traditore de Baitio è rifrigerio e non vanitá. Il ragionar doppo cena dei monachi de la vostra badia, con dire che sono di gran pasto e di poca fatiga, è forse di piú merito che il misterio de l’ufficio di quei ribaldoni, che diventano cardinali per esser maestri de la simulazione. Quante persone degne e quanti spiriti virtuosi si farieno schiavi di Francesco, se la Maestá Sua mandasse in volta dei simili a voi, tenendo a casa alcuni buffali, che ad altro non badano che a rubargli fama e danari, inimicando i cori e animi! Non senza quale vi tenne caro Giulio, pontefice dei papi. La destrezza de le maniere vostre sono caiamite, che tirano a sé volontá e affazzioni ; la pratica, con che maneggiate le nature diverse, sa l’arte vera da trare il secreto de le intenzioni fuora de’ petti. E perciò in un tratto, tutto umile e tutto reconciliato, menastime a far riverenza a lo illustrissimo monsignor di Rodez, a la catolica bontá del quale mando il Genesi , che li promessi, accioché vegga che io non so meno lodare Iddio che biasimare gli uomini. Diamene pur cagione

1 suo sire, se vói conoscere come io vaglio in tali scritture.

Il taccagno de le promesse e il tenace de l’avarizia è materia di mal fare, nonché di mal dire; e, se non ci si provede, farò un fregio in sul mostaccio del nome di qualcuno, che ci stará il segno fin al di novissimo. Ora le calze turchine e d’oro, che io con una di voi ho ricevuto, mi hanno tanto fatto lagrimare quanto mi son piaciute; perché la giovane, che dovea