Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/282

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conosco di che lega è la prudenzia, che vi fa utile a la patria e grato al mondo, abbi sospettato punto circa il saper in che modo, con che maniera e a qual via vi doveste salvare nei casi di Perugia, perché un senatore d’una cittá nobile, come séte voi, ben comprende, nei movimenti de l’altrui, le cose che si debbon fuggire e quelle in cui l’uomo può riporsi. Ma fusse piacciuto a Dio che i perugini avessero avuto a credere a dieci simili a voi e non ai vinticinque ai quali credettero lor malgrado! Ché, se ciò era, la felicitá di cotal nazione avanzaria la miseria in cui si trovano i suoi popoli per cagione di l’avarizia di chi gli predomina e per colpa de la pazzia di chi gli ha governati. Gran crudeltá è il veder dispergere una si antica, si dotta e si bellicosa terra: disperger dico, se la giustizia di Dio non presta il braccio de le sue forze a la ragion degli uomini, onde ne segua la vendetta non men devuta che sperata. Ma viviam noi, fratello, infin che il cielo ce lo permette, e, inanzi che moiamo, concedaci il Signore tanto de la grazia, con che la sua misericordia ci tien vivi, che potiamo rivederci ne la vecchiaia con l’allegrezza che ci siam visti ne la gioventú. Mi saria pur dolce, mi saria pur caro il potere almen due giorni e due notti di continuo ragionarvi con la solita dimestichezza d’una parte di ciò che mi è incontrato da poi che non vi vidi! Ma, perché la clemenza del Datore di tutt’i beni mi è per far dono di abbracciarvi secondo ch’io desidero, la fornisco con raccomandarmi a la bontá di Vostra Eccellenza.

Di Vinezia, il 15 di novembre 1540.