Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/64

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vigore. Ma il ricordo, ch’io do a la Signoria Vostra, sia anco del signor Annibaie, le raccomandazioni e le proferte del quale ho riposte nel seno del core. E da un cavaliere simile non può venire se non gentilezza e costume; ma, per lodarlo a compimento, bastami dire che vi sia cognato. Ora sia benedetto il punto nel quale vi è nato il cotanto desiderato figlio ne la disposizione de tutti i pianeti felici; onde il bambino, mosso da le grazie de le inclinazioni celesti, possa anco essercitar ne la vita le virtú e i costumi, che trae dal seme paterno e da l’alvo materno.

Di Vinezia, il 29 di giugno 1538.

CCCLXXVII

A MESSER SPERONE

L’«amicizia» è assai diversa dalla «compagnia». Fu per amoroso furore che mise fuori casa persone giá a lui care (la coppia Serena?). L’alterezza, ne la quale mi pose la sentenza data da voi sopra l’umiltá, di che io sono organizzato, è ridutta quasi in viltá; e ciò causa il credermi che vi crediate ch’io non sia quello che vi credeste, mentre il prudente e il reale del vostro senno, gustando il libero e il facile de la mia natura, scelse tanto di virtú tra le condizioni che mi fan tale, che ardiste darmi il titolo d’amico; degnitade che merita il diadema, percioché Pamicizia è una cagione, la quale partorisce l’unioni degli animi atti a ricevere le onestá e le caritá, tesori de le sue delettazioni e gloria dei suoi beni. A me pare che vi siate ritratto dal conversar meco per lo spavento, in cui vi ha forse posto il mio dividermi da coloro con cui ho praticato molti anni. Veramente l’apparenza de la cosa vi può perturbare il discreto de la ragione, percioché il corpo e il giudizio hanno convenienza insieme, e l’uno e l’altro è debile e robusto, se l’altro e l’uno è robusto e debile: onde condennate me nel perverso de la instabilitá.