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DCXXXIII

A L’OTTIMO IDIAGUES Poiché non gli è stato consentito di recarsi a Milano, gli invia i suoi migliori ossequi pel latore. Poiché la deliberazione, che io avevo fatto circa il condurmi dinanzi ai piedi di Sua Maestá e nel conspetto di Vostra Signoria, mi è suta interrotta piú tosto dal consiglio de l’altrui invidia che da la impossibilitá del proprio dispendio, invio il presente giovane a far l’ufhzio da me dovuto e desiderato piú che cosa ch’io debba o ch’io desideri. Onde supplico la sincera vostra gentilezza ad avere accetta la reverenza che egli vi fará in mio cambio. Né pigliate piú fatiga in procurarmi altra nuova mercede, peroch’io mi compiaccio tanto, sperando ne la bontá de lo imperadore, che, quando non ritraesse altra cortesia, son per nutrirmi di cotale speranza, non altrimenti che se io godesse del bene ispcrato.

Di Vinezia, il 13 di ottobre 1541.

DCXXXtV

A MESSER PANDOLFO DA LA STUFA

Vera o falsa la voce riferitagli che messer Pandolfo sia colui che abbia vinto a Gian Ambrogio degli Eusehi il danaro consegnatogli dal re di Francia e dal Cardinal di Lorena, non dimenticherá mai la vecchia amicizia che lo lega a lui fin da quando erano insieme presso il Cardinal Giulio de’ Medici (Clemente settimo). Da che io intesi per bocca de la fama, la quale ancor afferma che voi avete vinto i denari, che la infedele natura d’Ambrogio, aiutata da la invidiosa instigazion d’altri, mi giocò in cotesta corte, di continuo ho sentito combattermi ne