Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. II, 1916 – BEIC 1734657.djvu/187

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spaglinoli lo assediorono. E, perché, nel leggerla, non pur riconobbi la gravitá del vostro scrivere, ma ci viddi ancora sottoscritto il nome di voi, commosso dal tenero ricordo de la nostra conversazione antica, trassi un di quei sospiri isviscerati clie forma il core, alora che gli occhi de la mente, affissato il guardo ne la imagine de l’amico, non si possono saziar di vagheggiarla. Certo che me ne risentii nel modo ch’io dico; ed è da credere, amandovi io come si dee amare una persona a la quale sono obligato non meno per le sue patrizie condizioni che per i benefizi recevuti. Ben mi ramento io de la caritá mostratami da la nobile cortesia vostra e da la sincera gentilezza del fisico maestro Nanni, il sapere de la cui Eccellenza è stato salutifero a tutta la Romagna, non solo a Bertinoro. Confesso essersi avanzato sopra d’ogni mio merito l’onore che a le ville vostre ricevei da voi due ne lo accidente di quel poco di peste che fu costi, mentre la impietá de la fortuna mi ci sospinse per alcuni giorni. Benché io di ciò la ringrazip, avenga che ella, in cotal caso, mi fece partecipe degli animi di una coppia di cittadini che ornano con il pregio de la propria bontade il cerchio de la terra dove siam nati. La ringrazio certo ; ma piú la ringraziare, se mi favorisce un di in modo che ve ne possa rendere la gratitudine che debbo e ch’io desidero non altrimenti che la buona fama e la lunga vita.

Di Vinezia, il 5 di giugno 1542.

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AL CAVALI ER DA LEGGE PROCURATORE

Buon figliuolo il Da Legge, che con lauta amorevolezza assiste il padre infermo. Tra quante cure vi potessero esser mai poste manzi dal mondo in quel precesso di tempo che Iddio permette che ci viviate, ni nna ne sará mai, o prestantissimo signore, che sia