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DCCXXV

A MESSER NOFRI CAMAIANI

Lo esorta a studiare e a diventare una persona seria, accorta, temperante, magnanima, né credula né scettica, liberale e di animo fermo. Egli non accadeva, figliuol carissimo, che ne l’ultima vostra vi scusasse meco del cosi di rado scrivermi, a venga ch’io ho piú caro che vi scordiate di me per conto degli studi che se dimenticaste gli studi per amor mio. Si che commettetivi pure tutto quanto a loro, imperoché chi è in molti luoghi con il core è in verun lato con l’opere. E, perché il tempo non è suo quando siamo nostri, attendete ai libri, dimostrando che vi dolgono l’ore perdute, con la sollecitudine del sudor continuo ; ché, ciò facendo, verrete a servire a la ragione. E, perché chi ubbidisce a lei si sottomette a tutte le cose oneste, la gioventú vostra, convertita la insolenzia in gravitade, andrá procacciandosi il grado de le virtú convenienti a l’animo e a lo intelletto. Talché incominciarete a comprendere che l’odio ha la fronte amabile, e però dissimula le ingiurie con una sorte di artefieio che supera ogni arte. Conoscerasse per voi il perché la donna di ciascuno vive nel petto di pochi, e, conscio di ciò, non le offerirete la servitú volontaria; imperoché egli è atto vituperoso se altri la dedica ai re, nonché a le meretrici. Oltra di questo, vi farete capace de lo in che modo le cose, che sono senza consiglio, non han sostegno. Intanto diventarle magnanimo, ardendo nel desiderio de le azzioni lecite. E, perché tanto è vizio a credere ogni cosa quanto a non prestar fede a niente, quello pigliarete per vero, che non esce dei termini del cosi poter essere. Considerando poi le qualitá vostre proprie, darete ad altri per essempio come è gran sapienza il considerare che ne l’uomo è grande stoltizia io attribuirsi quel che non si debbe. E, nel rendervi certo che la povertá è un bene odiato dai rei come la castitá dagli incontinenti, non vi caderá mai ne la