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DCCXXVII

AL PRINCIPE DI SALERNO

Ha ormai perduta anche la speranza

che gli venga pagata dal principe la promessa pensione. Dicami la Vostra Eccellenza ciò che io debbo fare, da che mi sono, insieme con le sue promesse, mancate ancora le speranze di doverle piú credere.

Di Vinezia, il primo di luglio 1542.

DCCXXVIII

A MESSER ANTONIO TERZO

Fortunatamente la notizia della malattia del Terzo gli è pervenuta insieme con quella della sua guarigione. Beato poi il Terzo, che alle sue tante cognizioni accoppia un poderoso ingegno! Non poteva il non venir di Vostra Eccellenza qui procedere se non dal suo esser caduta inferma o da lo essersi Quella trasferita a Vicenza. Ma non è dubbio che piú mi saria piacciuto che vi foste restituito a la patria che abandonato nel letto. Pure, da che ne séte fuora, ne ringrazio Iddio, e piú ancora per avervi prima visto risanato che inteso la vostra malattia. Benché il cielo devrebbe tener particular cura di una persona tale, massimamente avendola ornata d’intelletto preclaro e di virtú suprema; onde venite a dechiarare in che modo le sue influenze ridondano in voi con il valore di quelle grazie che si ottengono dal motuproprio di lui senza altro mezzo. E di qui deriva la natura, che universalmente dimostrate in tutte le cose; talché la dottrina e la scicnzia, che vi qualifica, viene quasi mutilata da la capacitá che avete ne le nature e nei costumi de le genti. Onde si confessa che altro è il nascerci e altro lo affaticarcisi ;