Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. II, 1916 – BEIC 1734657.djvu/222

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DCCXI.VIII A MADONNA PELEGRINA CAULA Ringrazia lei e il marito del «Trebbiano» inviato in dono. Il vaso di Tribbiano, che mi si manda costi da Modena, mi è suto presentato, secondo che desideravate che mi si presentasse. E, perché ne la lettra al vostro capitan Camillo scrivete che, non per suo ordine, ma per proprio moto di voi debbo accettarlo, cosi ho fatto. E lo vado godendo insieme con gli amici in onore de la vostra signoril cortesia; pensando però di rendervene un qualche cambio, che vi sia caro come è il delicato de la mordente vivanda grata a me, che vi tengo in somma riverenza. Intanto vado ammirando qual sia possibile che un cavalier valoroso, come il predetto consorte vostro, abbia si gran parte ne la dottrina de le istorie sacre; per la qual cosa fino ai predicatori lo ascoltano e laudano, dicendo : — Volesse Iddio che ci fussero di si fatte conscienze ! —Certo che egli è ottimo cristiano e ottimo soldato. Onde potete gloriarvi di cotal compagnia; imperochc, oltra ogni altra sua virtú, è tutto benignitá, tutto gentilezza e tutto caritá.

Di Vinezia, il 22 di luglio 1542. DCCXI.IX AL PIOV^O DI SANTO APOSTOLO I maggiori onori ecclesiastici toccherebbero al caritatevolissimo parroco di Santo Apostolo, il quale ha saputo accattivarsi l’affetto di tutti i suoi lígliani, cui ha anche procurato il vantaggio di ascoltare, tra altri illustri predicatori, Bernardino Ochino. A. voi, prete reverendo, si starien bene i gradi dei maggior prelati; a voi si converrebbe la nritera; a voi il cappello; da che per voi non si lascia cosa indietro, che sia laude e onore di