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l’abbin produtte in un parto. Grazie si rade ne le persone di conto, che a pena si può creder vedendosi. E però la modestia, che vi adorna le azzioni de la vita coi fregi de le sue discrezioni, ringraziane Iddio nel modo che ve ne lodano le genti. In cotal mentre, amate me, che vi osservo con la caldezza de lo affetto, con cui reverisco il vostro frequente amico signor Gianiacopo Lionardi, grave e saputo imbasciador del signor Guidobaldo, magnanimo duca d’Urbino.

Di Vinezia, il 25 di luglio 1542.

DCCLIV

A MESSER NOKRI CAMAIANI

Conoscere Dio: tale è il punto piú perfetto della umana letizia, e a quella il Catnaiani deve aspirare. Da che la perfezzione de la letizia umana consiste ne la conoscenza di Dio, cercate di rallegrarvi col mezzo de la celeste intelligenzia. Egli è vero che il voler penetrare con lo intelletto ne la natura sua pare un frutto di sapienza vana, avenga che gli interviene, quando s’invia coi suoi spiriti inverso il cielo, come al fumé, che quanto piú si alza in suso tanto piú tosto si risolve. E questo avviene ché non potiamo esprimere lo incorporeo con il corpo, il perfetto* con lo imperfetto, lo immortale col mortale e lo infinito col finito. Pure la grazia di lui ci fa talor degni de la sua essenza, di cui fanno fede le lingue umane con il lor non poter dichiararla, di comprenderne tanta, che basta in arrichirsi del tesoro de la consolazion predetta. Iddio sommo e onnipotente ci dona il lume, mediante il quale è da noi compreso il suo vero e il suo bene. Onde a tutti, di tutti degnandosi, largisce con paterna pietá d’amore il senso, la ragione e lo intendimento. Il senso, acciociié il conosciamo; la ragione, perché lo cerchiamo; e lo intendimento, conciosiaché