Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. II, 1916 – BEIC 1734657.djvu/230

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in presenza. Onde non è maraviglia, se io, che a cotal vostra grazia aggiungo l’obligazione, mi dispongo a predicare le azzinili de la magnanima nobiltá, che vi fa rilucere.

Di Vinezia, il 26 di luglio 1542.

DCCLVI

AL SIGNOR STEFANO COLONNA

Nessuna persona piú degna del Colonna poteva essere scelta da Carlo quinto e*da Cosimo de’Medici al governo di Toscana. S’io dicessi che l’avervi e la prudenzia di Carlo imperatore e il consenso di Cosimo duca eletto al governo di Toscana mi fusse in proposito di scrivere a voi. capitan magnanimo, macchiarei il candore di quella veritá, solo da me oggidí, con ogni spezie di pericolo e con veruna qualitá di rispetto, osservata. Conciosiachc le soprane opere vostre mi diedero sempre occasione di corrervi ai piedi e adorarvi, nonché di tuttavia con le semplici littere riverirvi. Confesso bene che lo intendere con qual sorte di antico merito séte asceso a nuovo grado d’onore ha potuto tanto in me. che, posto giuso ciascun termine d’indugio, mi è stato forza, senza priambolo di scusazione, d’inviar questa a la Vostra invitta Eccellenza, congratulandomi seco non de la sublimitá del luogo predetto, imperoché egli è assai minore di ciascuna sui minima virtú, ma de Io esser voi tale, che è bisognato che Sua Maestá e Sua Eccellenza formino una degnitá e un titolo, che notifichi in se stesso la somma ile la preminenzia che vi si debbe. Cosa, che avanza di riputazione quanta ne potesse mai trare altri dal seggio in cui si vede risplendere; avenga clic i due si fatti principi vi giudicano, per cosi alto modo, se non superiore a tutti i generali, almeno uguale. Intanto la piú bella parte d’Italia vien guardata dal miglior cavalier che s’armi, onde si vive riposata circa lo interesso de la sua Lucca, ile la sua Siena e de la sua Fiorenza.