Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. II, 1916 – BEIC 1734657.djvu/37

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anco io sono un se stesso, voglio che lo ritolga, ne la maniera ch’io ritorrei qualunche si fosse, volendo egli. Intanto ho molto caro che si conosca di che virtú, di che natura, di che utile e di che onore sono e i ricordi e le ammonizioni e le minacce e le còlere di si egregio mercatante. E, se non che la gioventú merita ogni scusa, per esser isfrenata, cieca, inesperta e {scorretta, forse che non Io sforzerei a collocarselo appresso con la solita paterna caritá; conciosiaché tutte l’ire, tutte le rabbie, tutte le passioni e tutti i dispregi, con i quali è suto provocato l’animo del generoso gentiluomo, è proceduto da la sicurtá, che senza timore alcuno si aveva preso di lui il licenzioso procedere del figliuol vostro e nipote suo. Le cure mercantili hanno bisogno di osservanza, di pacienza, di senno, di suggezzione, di solecitudine e di frequenzia, peroché si fatte condizioni si acquistano, in processo di tempo, il favore di quella sorte, che va ponendo altrui ne lo stato che dai buoni si desidera. E beati i garzoni, che nel travaglio di tali facende rafreddano il sangue, che bolle, con la continenzia che se gli conviene! Benché, circa ciò, potete vivere con il core riposato, avenga che nel si può dire ancor fanciullo è da sperare assai e poco da temere, peroché ci si conosce discrezione e giudizio, nervi principali ne le azzioni de la vita. Né dubito punto che egli non riesca persona di conto, caso che l’uffízio, che si gli impone, lasci da parte l’essercizio che non se gli appartiene. Or io lo aspetto, solo per rimenarlo donde si è partito senza pur farmene motto; atto non imparato dai costumi del nobile aio di lui, le qualitá del quale dánno credito al sangue de la propria casa e riputazione al nome de la comune patria. E chi si vòle pienamente informare di ciò ch’ei puote, di quanto ei vale e di quel ch’ei sa, considirilo ne le maniere di madonna Tita, sua consorte e vera norma de l’onestá, de la prudenzia e de la gravitade muliebre. E, se nulla cosa mancasse, eccola in la Eugenia e in la Lucrezia, veramente figlie di si buon padre e preziose gemme de la pudicizia. Si che rallegriamoci dei meriti, del grado e de le grazie del giusto, del religioso e de Io amorevole fratei vostro maggiore, e, rallegrandocene, votiamoci a Dio che ce lo