Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. II, 1916 – BEIC 1734657.djvu/45

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la vostra sollecitudine ; ma, per non avere da rcndervene altro cambio, vi dedico l’affetto del zelo, con il qual soglio osservare i miei maggiori.

Di Vinezia, il 23 di genaio 1541.

DLXXIII

A MESSER FRANCESCO BACCI

Bando tra loro alle cerimonie. La triste sorte toccata a un ser Bernardino di Arezzo era da aspettare. Congratulazioni pel matrimonio della figliuola del Bacci, Maddalena. Fratello, da che la scusa del non mi aver piú tosto ringra ziato de la frascaria mandatavi non è men superflua che si sia lo allegare anco il perché non me ne rendete lo scambio, dicovi che riserbiate cotali uffici con gli strani, perché l’usar cerimonie tra noi, che per patria, per natura, per vicinanza, per generositá, per amicizia e per inclinazione siamo due persone in uno essere, è piú fuor di proposito che non saria se le mani istesse, mentre si lavano insieme, volessero, circa il diventar nette, mostrarne obligo l’una a l’altra. Ma cosi si fosse astenuta la sorte di perseguitare i nostri, come vi asterrete voi di non esser tenuto a voi proprio di ciò che donate a voi medesimo. Io favello ciò ne lo intendere in che modo, in qual luogo e con che atto è-suto preso, menato e messo in prigione messer Bernardino, il quale non poteva far altro fine, essendo e povero in Fiorenza e ricco d’Arezzo. Benché le cose del mondo vanno tutte a un segno, e quello il piú de le volte è misero e calamitoso, che si crede esser felice e beato. Onde io tengo divina grazia quella di colui, che, oltre il bastargli ciò che egli ha e il non suspicar che se gli tolga quel ch’ei possiede, non pur lo intrinseco de la conscienza non gli rimprovera le triste operazioni, ma si conosce assoluto dal timor de le leggi e da le severitá dei giudizi, e, conoscendolo, vive con le virtú e con i