Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. II, 1916 – BEIC 1734657.djvu/50

Da Wikisource.

si è degnata di scrivere a Perina ; de la quale ha fatta una di quelle feste che soglion far le giovanette simili a lei nel presentarsegli qualche bella cosa. E, perché ella ve ne vói ringraziar di suo pugno, la fornisco non solo col basciarvi la mano, ma con il rallegrarmi de le badie conferitevi da lo imperadore, accioché noi siam certi del cappello, di che tosto si ornaranno i religiosi meriti di Vostra Mercé.

Di Vinezia, il 17 di febraio 1541.

DLXXVIII

AL SIGNOR LUCANTONIO [CUPPANO] Gode del grado che al (Zuppano, degno discepolo di Giovanni dalle Bande nere, ha conferito Cosimo de’ Medici. Al quale, per altro, egli non iscriverá piú, perché disgustato delle mene dei consiglieri del duca contro di lui. Amorevole, discreto, savio, valoroso figliuolo, cosi Iddio mi dia bene, come le parole de la vostra lettra mi hanno non pur fatto lieto ma superbo ancora. Ed è da credermelo, poiché un giovane di tanta aspettazione e chiaro per cotante prove ini ama con Panétto con che sa amare P intrinsico del cor generoso. Benché una si fatta bontá è propria virtú de la vostra affabile e nobile natura. Ma il dover riuscir voi tale fu antivisto dal giudizio grande del grandissimo Giovanni, finché vagaste nei prati de la verde fanciullezza di voi, che séte in modo ritratto dal vero essempio del suo valore, che il buon Cosimo, unica prole di lui, vi ha pur conosciuto. Cosa che penetra ne le profonde viscere dei servi e degli amici di Sua Eccellenza, conciosiaché quegli e questi non temono piú la instabilitá, la insolenza e la villania de l’altrui furore. Or, per tornare a me, dico che ciò che del vostro merito scrivo a voi medesimo, è suggetto da scrivere al duca proprio, peroché il comendare Tazzioni de la sua prudenzia è una laude