Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. II, 1916 – BEIC 1734657.djvu/82

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e Proteo, che, profetizzandogli, piglia varie imagini, si referisce a la diversitá dei poeti che antividdero la potestá che il divin consenso doveva darvi ne le giuridizioni di quelle acque terribili, che cavalcano e che predominano le navi, le insegne e le schiere vostre. Onde il mondo, che riluce con il lume de lo splendore che vi incorona, adorna il nome di voi con una certa sorte di lode e d’onore, che non si può esprimere coi vocaboli umani. Avvenga che il dono de la singularitá, il qual si comprende si di rado fin ne le cose predare, è si perfetto in ciascuna parte del vostro essere, che le lingue, atte ad isplicare l’altezza d’ogni concetto, non hanno punto di facultá di narrarlo. Ma ciò è nulla, imperoché le vostre palme e i vostri trionfi son di maniera, che, senza che altri il dica, si notificheranno di etá in etade. Intanto i posteri stupiranno solo a pensare come sia possibile che, in tante vostre preminenze, in tanti vostri fausti, in tante vostre glorie, l’ambizione abbia sempre ceduto a quella modestia, che, se ben séte primo ne la patria, non ha mai permesso si fatto titolo a la degnitá dei vostri chiari meriti ; anzi piú tosto si è sodisfatta in mostrarsi eguale nel collegio dei suoi cittadini che seder duce di tutta la moltitudine negli ordini civili. Atto conforme a la riputazione de la Vostra memoria; atto conveniente a la grandezza de la vostra condizione; atto degno di nascere nel petto di voi, norma illustre e specchio sacro dei consigli sani e de le prodezze vere. Onde vedremo ancora, doppo l’aver voi spinte le vele cesaree dentro ai termini dei liti orientali, il vostro gran simulacro dentro al tempio in cui è l’urna del Redentor de l’umano genere.

Di Vinezia, il 13 di luglio 1541.