Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/114

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diosamente recevi. — E poi, prendendo la mano del cavaliero, seguendo dixe: — Queste mie belleze, che tanto a mio piacere te piacqueno, per verminoso cibo de l’antiqua matre aparichiate, se mai te ramentano, per l’amore te ho portato, l’alma mia al suo Creatore piatosamente recommanderai. — E, stringendoli la mano, cum breve sospiro rendè l’anima al suo Fattore. Sentendosi stringere la mano el dolorato cavaliero, e vedendo la sua Panfilia in queste parole finita, parse li fusse per doglia torchiato il core; onde, ogni suo spirto e sentimento perduto, cadde sopra la morta giovene e afiannosamente segui l’anima de quella nei luochi non cognosciuti. 11 che li flebili parenti e li altri astanti vedendo, per le audite parole del cavaliero, pieno di tanto amore e reverenzia, e per la sua acerba morte e della figliola, furono vincti da tanto dolore e passione, a quanto a pena potté la loro vita durare; onde, empiendo l’aere e il cielo d’amari pianti e suspiri, e la citate de angosse e lamenti, strenxeno tutti li citadini e abitanti in quella a piangere cum gran cordoglio la morte de’ tristi amanti e l’afTanno di sconsolati parenti. Unde, vestiti li amanti di candida seta e coronati de belle fronde, in segno della sua pudicizia, furono sopra una barra, de bel samito cuperta, posti, e inde poi cum funebre pompa e amare lacrime e singhiozzi da tutto il populo, de lugubre veste vestito, a la sepoltura acompagnati; e in uno medesimo monumento de freddi marmi, cum divini offici, sepelliti furono; e sopra epso a letere d’oro questi versi inscripsono: QUI d’azzo estense marchese il figliuolo PIKEO lACE, ILLUSTRE, UMANO E SAGGIO, CHE A l’altra vita PENETRÒ CUM DUOLO, VEDENDO EXTINTO EL SOL DEL SUO BEL RAGGIO, DE PANFILIA CASTA E SENZA DOLO, CHE IN QUESTI MARMI HAN FATTO IL SUO VIAGGIO. Senza dubio, illustrissimo mio signore, el narrato caso de’ casti amanti li cuori de li auditori non poco inteneritte, e specialmente quelli de le pietose donne, li cui occhi senza lacrime