Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/13

Da Wikisource.


NOVELLA I

Triunfo da Camarino, famiglio de stalla, se conviene col patrone de volere una ora del giorno per sé; nella quale facendose imperatore, striglia li cavagli e spaza la casa, e alfin se trova vergognato.

Misser Piero de li Ubaldini, clarissimo conte e voi nobilissima compagnia, fu gentilomo e cavaliero de la citá de Urbino, de egregi costumi, de buona fama e di beni de fortuna molto copioso, il quale, togliendo uno famiglio per il bisogno de li soi cavagli, nominato Triunfo da Camarino, epso Triunfo patteggiò seco che ogni giorno voleva una ora di tempo per lui, la quale avesse ad essere a misser Piero meno sinistra de tutte l’altre. Misser Piero, vedendo Triunfo de buono aspetto, e parendoli quello consequente al nome, il tolse, concedendoli quanto adimandava. Triunfo adunque usando cum discrezione la sua servitú, il patrone, la casa e li cavalli cum tanta fede e diligenzia serviva e governava, che era una meraviglia; il che tanto piaceva a misser Piero e a tutta la sua brigata, che per cosa del mondo non l’avrebbe lassato da sé partire.

Onde acadeva che, avendo facto lui ogni giorno tutto quello che doveva fare ed era obbligato, se ne andava, per il tempo de quella ora aveva pattegiato, nella sua camera, e quella molto bene serrata che persona non li potesse entrare senza sua licenzia, distendea al muro d’epsa camera una cortina di tela nera, in la quale era dipincto il papa cum li cardinali in modo quando fanno concistoro, e molti re, principi, signori e duci cristiani. E lui poi in luoco de lo imperatore presso loro, cum una diadema in capo e cum uno sceptro in mano ornatose, se poneva, e,