Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/133

Da Wikisource.

NOVELLA XXIII

Misser Astorre, signor de Faenza, dona uno merlo a misser Salvatore da la Lama; poi ciim gran piacere in mezo la piaza a le meretrice glielo fa rubare, e di poi li dona uno bello cavallo.

Giobiadi, dignissimi gentilomini, per el conte Ercule Bentivoglio se narrò il piacevole caso del nostro canonico misser Salvatore da la Lama per lo inamoramento de la mula: dove allora, essendo svigliato, vòlsi dirne un altro de li suoi; ma, avendo reverenzia a tutti vui, che a mi séti observandissimi magiori, cl pretermisi, lassando dire a chi prima di me incominciava. Ora, parendomi tempo, cum licenzia dei magnifico conte, unico magior mio, dovete sapere che, vivendo il valoroso Astorre di Manfredi, mio caro e singular signore (il quale quanto fusse strenuo ne l’arme el dovete sapere, e piacevole e grato a chi era virtuoso e faceto), doppo la sua desiala liberazione de le mane de’ signori fiorentini, dimostrò non poco amare la lepida e virtuosa memoria de epso misser Salvatore, come quello che, oltra che fusse adoperato da lui ne le cose urgente del suo Stato, ne le quale valeva assai per fede e sufficienzia, spesso dimorava cum la Sua Signoria, prendendo dilectazione grandissima de fare e dire facezie morale, de le quale ne era monarca. Per il che il signore deliberò uno giorno festevolmente giuntarlo, nel modo che intendereti. Le meretrice del luoco publico de Faenza aveano uno bello merlo, che cantera nouilmente. El signore, per far quello intenderite, sei fece dare a ditte meretrice, dato prima secreto ordine cum quelle che lo avessono dapoi a tóre a misser Salvatore. Ora, tenendolo el signore in camera e cantando l’ucello dolcemente, una matina, essendo venuto misser Salvatore dal signore e cum lui stato alquanto, sentendo el merlo tuttavia cantare melodiosi versi, dixe: — Signore, questo è uno gentile ucello: dove Faveti avuto, s’el ve piace? — El m’è stato mandato fuori de