Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/177

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in un’altra camera, al termine de l’ora consignata fu decapitato. Facto questo, il re mandò per maestro Aristotile e dixe; — Maestro, tocatime ora il polso e vedete in che termine è la mia malaiia. — Maestro Aristotile, credendo ch’el re dicesse li toccasse il polso per sapere da lui se discreta iustizia avea facto, rispose: — Sacra Maiestá, vui state per divina providenzia molto bene, e meglio avete la vostra infirmitade curata che non averebbe il meliore medico del mondo. Onde io e la mia consorte e mia figliuola ne siamo sopra ogni altro contenti e consolati, c a mi specialmente questa cosa è tanto cara e iucunda, in recuperazione del mio onore, che l’intellecto e la voluntá se confonde a tribuire le debite grazie a la Vostra Maiestá. — A cui il re: — Maestro, io non ve voglio per ora resp>ondere. fin non andate in quella stanza, dove ve menará questi mei camarieri ; — facendolo tuttavia menare dove era il decapitato cavaliere, che ancora non restava uscire il sangue delle tagliate vene. Il quale come maestro Aristotile vide, subito de pietá e doglia venne meno, e a terra trangosciato sarebbe caduto, se da li camarieri aiutato non fosse stato: poi denanti dal re cum conforti el condusseno, dove, stato cusi alquanto, dixe: — Oimè! signor re mio, perché sieti cosí incrudelito? Piú dolore m’è questa morte che non fu quando intesi el stupro della mia figliuola; la quale non avesse io mai generata, ché ora non averei questa angustia e dolore, il quale me dá tanta pena, che piú presto vorei morire che vivere. — Il re respose: — Maestro, vogliative consolare, ché la mia infirmitate rechedea questa medicina. El fa oggi quatro giorni che vostra figliuola fu meretrice (posto non se potesse lei iniustamente cusi appellare, essendo slorziata), poi ieri fu onorata moglie ed oggi è facta vedoa. Noi ubiamo extincto il nome de meretrice }>er virtú del matrimoniale annello e recuperato il suo e vostro onore, e abbiamo poi, per precipuo obligo de la nostra corona, iustizia sequito. Onde iusto e non crudele chiamare ce dovete. Ma, come se sia, vostra figliuola ora è vedoa cum rica dota e cum suo onore e in sua libertá e vostra; di che a vostro e a ’suo piacere