Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/182

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buffoni, come multi signori a le volte oltramodo sono, e non dove se conviene, per exaltare li omini virtuosi da povertá opressi; — non vòlse che piú fusse araldo, facendo di lui alto iudicio, ma che se desse al politico e morale vivere, come optimamente fece. Per il che non passò troppo tempo che li dette per moglie una bellissima e prudente giovene, figlia e unica erede de uno rico mercatante ciciliano da Palermo, de la quale n’ebbe de dota piú de vinticinque migliara de ducati. E, perché Filisteo potesse securare la moglie de la dota, li comprò tante possessione e case in la Cicilia, che furono estimate molto piú d’altritanti. E sempre, finché vixe, Sua sacra Maiestá li portò tanto amore, che in molte cose de importanzia e de laude degne del regale suo stato l’adoperava, in modo vixe cum fama e grande reputazione, come ancora oggidi testifican li figliuoli, quali come nobili omini in Palermo richissimi e amati da tutti li siciliani onoratamente viveno. Dopo fu gustato l’audita novella, magnanimo duca, cum onesto riso mescolato de debite laude verso la serena memoria de tanto re, e multi altri soi memorabili effecti cum dolce gloria recordati, messer Ludovico, piacevole araldo de la nostra illustre communilá, dixe, existendo in piedi, vestito de brocato d’oro, a lato di fuori al cerchio della nobile brigata: — Avendo io audito nominare uno de mia professione operante si morale effecto, non me posso contenere non ve dica uno torto recevetti, quando sposo me trovai. Dove prego le Vostre urbane Excellenzie (essendo io araldo della excelsa communilá nostra e venuto qui col magnifico conte Andrea di Bentivogli, mio optimo benefactore e singular signore) me fazati degno ch’el recevulo torto narrare ve possa, che non fia senza piacevole riso, cum exemplo di chi in simile rete incappa, come io misero incespicato ce sono. — Per queste parole e per sua usata piacevoleza li fu concesso dicesse; ma da le degne e oneste donne, cognoscendolo a le volte omo senza freno, li fu commandato ch’el segno de onestate non passasse: a le quale, ridendo, di ben fare rispose. E cusi dixe.