Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/194

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de gran pregio e valore, la dolosa donna, come ordinato avea, fu chiamata. La quale, dicendo a Placida che l’aspectasse un poco, ché tosto tornarebbe, usci de la camera e l’usso chiuse. II che cognosciuto per il nasco.sto re, subito uscitte de la guardacamera e venne dove Placida era, e a lei cum lieta faza dixe: — Dio te salvi, graziosa giovene! — La qual, come vide il re, ebbe grandissimo spavento e quasi non fu per gridare ad alta voce; ma, confortandola el re a non avere paura e a non dire cosa alcuna, se ingegnava cum tutte le forze del core ligarla nel suo volere. Del che essendo in gran timore e sollicitudine, Pafflicta giovene se gettò subito in terra genochioni a piedi del re, recommandandose umilmente a la Sua Maie.stá e supplicando quella cum devoti preghi, che nel suo onore non la volesse offendere. A cui el re, ardendo d’amore, dixe: — Placida, l’è molto tempo che da me sei stata amata e scrai finché io viva, essendome jíaruta la toa belleza. la toa virtú e la toa gentilezza piú chiara e singolare che altra cosa da me mai veduta nel mondo. Per questo te dico: se savia serai, te farò la piú contenta donna che sia in terra; e que.sto è che me faci de la tua dolce grazia degno, la quale caramente te priego concedere me vogli, acciò presso te, sopra ogni altro, lieto e contento vivere possa. — E, decto questo, la vòlse far levare in piedi; ma lei, per niente volendo, rispose: — Signor mio altissimo, sono certa me avete amata e amate come vostra fidela subdita, perché ho sempre observata la Vostra Serenitá, come mio re, signore e duce. Adimandandome la mia grazia, ve rispondo ch’io son povera feminella e di poco afare presso vui. Ma, se alcuna grazia pur è in me, intendo che sia questa: de servare, a vo.stra gloria, sempre pudica e onesta vita, ad onore del mio patre, del nostro sangue e del vostro regno; né so che magior grazia possiate da me ricevere (vui che séte signore de virtute e de valore), ch’el mio core casto, integro e devoto de la Vostra Altezza. — Non bisogna — rispose el re — cum queste tue umane e benigne parole, o bella giovene, che tu ti sforzi .satisfare al mio bisogno, ché per altro tempo m’è nota la toa doctrina e facundia, le quale virtú presso la dolce tua bellezza me hanno