Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/215

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te veramente, el quale magnifico sempre e nobilissimo cognobbi, imperò chi se ama, come sai, è constretto amare; ma per non far vergogna al mio marito, il cui onore piú che la propria vita caro se debbe avere. E, quantunque in questa etá matura e cum abito si vile abia adesso commesso tanto fallo, del qual confesso meritare doppio biasimo, non so che me ne incolpi se non la mutabile e invida fortuna, i cui effecti, non potendosi, come dici, per ingegno umano comprendere, ce sforzano e ligano a fare tali e magiori mancamenti. De la qual cosa essendone in gran tristeza, sono disposta, quando te piaza, per qualche merito de li tuoi acerbi affanni c misera vita, la passata mia continenza, da te dureza reputata, a pietate convertire, accioché epsa de qualche toa iactura sia in parte restauratrice. E questa è de prenderte per onorato marito, cum tanta dote quanta è la gran richezza ch’io possedo, perché la tua condizione e le mie facultá rechedono il valore de uno animo generoso come è il tuo. — La qual cosa piacendo infinitamente a Lentilio, a cui tal grazia e ventura bisognava, el savio invito de la pietosa donna cum summa alegreza acceptò, e quella senza altro dire per intima moglie prese. E, chiamata la fantesca, li narrarono ogni cosa; de che ne fu molto contenta per ogni respecto, e maximamente per la guadagnata oca. Il che notificato subitamente a li parenti de Luna e l’altra parte, se maravegliorno de tanto effecto e furono lieti e contenti. E cusi Lentilio, avendo presto remandato l’asino al suo lavoratore e lassato li rusticali panni e presi li civili, cum questa donna come degno gentilomo uno buon tempo cum grandissima consolazione onoratamente vixe. Cum grandissimo piacere, magnanimo duca signore mio, la narrata novella fu auscultata. E, sopra epsa per la generosa compagnia laudevoli e morale parole usate assai, missere Ludovico da Castello San Piero, egregio iureconsulto e dal nostro glorioso principe misser Zoanne Bentivoglio ne l’ordine equestro onoratamente posto, e per sua fede, liberalitá, valor e affinitá verso la casa Bentivoglio, mediante la prestanzia e virtú eximia del suo sangue, da’ nostri magiori nel numero senatorio S. DEGÙ Aeiknti, Lé Porrelant. 1^