Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/223

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NOVELLA XXXVI

Lipparello da GarnagUoni se asconde in una cassa, e ordena cum la mogliedia la posta a don Pedruzo per bastonarlo; il qual viene e sopra la cassa cum la moglie se dá piacere.

Dovete sapere, signor conte e voi nobilissima compagnia, che a’ miei giorni fu un prete d’amorosa vita intra queste montagne, chiamato dono Pedruzo, el quale se inamorò de la moglie de uno de la mia communanza de Garnaglioni, nominato Lipparello de Zanzo. A cui dispiacendo assai ch’el prete seguitasse la moglie, piú volte gli fece dire se volesse da l’impresa levare. Ma ciò niente giovava, anzi parea che, come piú il facesse pregare Issasse vivere la moglie, piú fervente se mostrasse de seguitarla. Di che avendone lui grandissima passione, deliberò farli poco a piacere, e dixe a la moglie che uno giorno facesse ch’el prete venisse a casa da lei e desseli ad intendere che lui non fusse in la villa, perché, nascondendose in casa, come il prete fusse giunto, li darebbe di buone mazzate. La moglie, odendo la commissione del marito e non li parendo buona, perché credo nel secreto amasse molto el prete, il quale era giovene, colorito, tondo e gagliardo, dixe: — Lipparello, per certo tu non la intendi: tu sai che, facendo questo, saresti scommunicato, e poi misser Marco da Canetulo nostro capitanio te potrebbe disfare, ché non è uomo da giocare cum lui. — Or non piú — rispose Lipparello: — lassa pur la briga a me de questa cosa, ché ben li salvarò la chierica, e fa’ quello te dirò; ch’altrimente io crederò che elio te piaza, onde per lui potresti la penitenzia portare. — La moglie, audendo el fermo prop>onimento de Lipparello, per il megliore dixe: — In bona ora! sono contenta fare quanto te piace; ma, a mio parere, meglio sarebbe lassarlo beccarse il cervello, ché certo io me vergognerò farlo qui venire per questo effecto.—Tu me hai inteso—rispose Lipparello cum turbata ciera: — non me rompere piú el capo. —