Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/251

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la scala e vide la moglie in compagnia de certi, vestiti a mo’ de frati, quali erano li suoi compagni e cum epsi misser Onorio, acconci tutti cum barbe artificiate, che mostravano benedire la casa, aspergendola cum aqua benedecta. Di che maravigliandose molto, dlxe: — Bona sera! Che cosa è questa? —La donna subito, mostrandose spaventata, corse per aiuto ne le brazza de uno de li frati, el quale, tentato da libidine, quasi non fu per donarli uno amoroso bacio e forsi farli anche altro, perché era bella giovene. Ma pur, contenendosi, cominciò cum li compagni ad invocare il divino auxilio, scongiurando tuttavia maestro Piero se dovesse partire. Il quale, non volendo per niente, dicea: — Non è questa la mia casa? — Mai no — responde vano li frati; — ella fu ben giá tua, quando tu eri in questo mondo, ma non è piú; la tua vera è l’altra vita. A la quale subito retorna; e, se in questo megio hai bisogno de messe doppo cena e de incenso sparso sopra l’altaro e de orazione calde presso il fuoco overo sotto li lenzoli, domanda, ché per buona peperata voluntiera faremo pietanza. — Ma maestro Piero, non se volendo partire, dicea cum robusta ciera: — Io voglio stare quivi e vorò vedere se me ne vorete caciare voi. — De che la moglie, facendo vista de piangere, dicea cum umile maniera: — Deh! maestro Piero mio, ve prego che quello amore me portasti in vita me vogliate ancora monstrare in morte. Non me spaventate, non me turbati piú. Io ho facto ciò che me commetesti al punto de la morte vostra; se altro volete, adimandate, ché lo farò molto voluntiera; e de quindi presto ve partite, ché di paura certo me se agiazza il cuore. — Or, vedendose maestro Piero recusare al tutto e parendoli spaventare altri di sé, non sapeva che se dire né fare, se non che de affanno e de rabia se gratava el naso, e, fremendo de ira, se cavò la beretta de capo, e quella come disperato gettò in terra. Di che misser Onorio mostrandose adirato, dixe: — Costui certo non debbe esser l’anima de maestro Piero Velutaio, ma de uno spirito maligno e fantastico e nato ne l’abisso, che è tanto superbo e fiero, che non teme scongiurazione de Dio. E perciò me pare, compagni miei, che lo pugnigiate da parte de Dio, dandoli cum buono sentimento in croce, acciò el signate