Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/303

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NOVELLA L

La volpe dice al gallo faccia sembiante de dormire, quando vorá le galline di vicini rubare; e il gallo è contento, per salvare le sue; e poi l*uno inganna l’altro.

— Quando ero sotto il governo de la mia nutrice a Crespellano, oppido de la nostra iurisdizione, prestantissimo e observandissimo patre e voi generosa compagnia, essendo da lei teneramente amato e cum lusinghe, come fanno le discrete e bone nutrice, nutrito, spesso me prendeva in collo cum amorevoli basi e narravamo in canto, come una volpe, che aveva li figliuoli, deliberò venire in una villa presso Crespellano a fare preda de galline. De che, volendo securamente andare al facto suo, li era necessario passare da casa de una comatre de questa mia nutrice, e, passandoli, non poteva fare non fusse sentita, perché avea uno vigilante e gagliardo gallo, il quale, come la vedea, gridava in tal modo cum uno battere de ale, che tutto el vicinato sentiva. Per il che la volpe, non potendo guadagnare niente, come callidissimo animale, acciò li suoi vulpastrini di fame non morissono, doppo una lunga deliberazione, se acordò cum questo gallo, pregandolo che facesse sembiante de dormire, quando passasse da casa sua, ché lei li salvarebbe le sue galline. De che remanendo el gallo per suo manco pensiero contento, ogni volta che la volpe passava, chiudeva megío li occhi e uno poco scossava il capo, acciò paresse dormire; e, come era passata un poco, incontinenti gli apriva, perché di lei in tutto non se fidava. Onde la volpe, da casa de li vicini andando, portava de buone galline a li figliuoli. Ora advenne che, non essendo piú galline in lo vicinato, li volpastrini domandavano mangiare a la maire, e, la volpe dicendo non essere piú galline se non da casa del gallo, al quale aveva promesso non tórre de le sue, perché li avea lassato tórre