Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/313

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NOVELLA LII

Galante, per giujjnere la inoRlie in adulterio, se asconde sotto el lecto; sente uno de li signori de Verona darse piacere cum lei e non ardisse mostrarse. dove il La signore qual cosa se leva mostra da poi, la impresa per vestire e dona la moglie una vesta de strana de brocato veste; d’oro a la donna; e Galante resta contento. Non vorei però, magnifico conte mio magiore observando e voi degni gentilomini, che queste bellissime donne de quello, che da me será al presente exposto, pigliasseno alcuno male concepto de li facti mei, el qual sempre studiai a la gloria e fama loro, come de quelle ch’io ho sempre amate e avute care corno la propria mia anima; ché, parlando a nostro diporto, non è se non da prenderne riso, piacere e solazzo e morale exemplo. E però, attendendo al mio parlare, dico che, quando la gloriosa e dolce memoria de Dorso, marchese Estense, di Ferrara primo duce (che de iustizia, clemenzia e liberalitá in questo seculo ha cum grande dolcezza di sé lassato eterno nome), ne l’ordine equestre me ebbe ascripto, retrovandomi a Belriguardo, palazzo degno, doppo alcune feste e piacevoli rasonamenti al conspecto de Sua Excellenzia da alcuni gentilomini facte e recitati, intesi dire che fu uno de quilli Da la Scala, giá signori de Verona, il quale credo fusse fratello o figliuolo de misser Mastino (se ben me ricordo), che, prendendo amoroso piacere cum una bellissima e ornata bella donna, nominata Elena, moglie de uno gentilomo vicentino suo cortesano, uomo de ingegno assai e piacevole molto, advenne che, ancora che lui non sapesse di certo ch’el signore prendesse piacere cum la moglie, nientedimeno, avendone qualche gelosia, deliberò cum effecto chiarirsene, accioché, giugnendo el signore in tal fallo, cum qualche morale effecto el facesse distórre da tale impresa. E circa ciò tanto dimorò vigilante, che alfine, come fortuna vòlse.