Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/32

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è il merito me ne rendi? Certo tu non te somigli giá a l’optima memoria de tuo padre, il quale fu uno circumspecto citadino e faceva cussi bene il dover altrui, come altro de la terra vostra. Ma, sia cum Dio, noi siamo in loco de rasone e sotto giusto censore. — .Allora Carlo: — Misser lo iudicc, costui cum sue melate parole me vòle dare ad intendere ch’el male me sia sano, e io ve dico che, posto sia de piú etá di me e usato a litigare, nondimeno non me torá, se potrò, il mio. Per mia fede l’è bene da credere ch’el sia restato finora de domandare questi cento ducati per essere de natura mite e piacevole, come el dice, cum ciò sia, come suona la fama sua, el tiene proprio de struzzo, che rode il ferro. Dove ve priego aperiate bene le porte de l’intellecto cum la conscienzia e considerati maturamente la natura de questa cosa, e sopra tutto la prescripzione de la presentata lettera; e poi sentenziate. — Or, senza piú dire, allegato per l’una e l’altra parte cum alte voci molti articuli e rasone, infine, parendo al iudice che la lettera avesse qualche veritá in sé, e fondandose piú sopra l’equitá che la iustizia, voltatose a Carolo, dixe: — Carolo, comincia un poco a fare gli acti tuoi, acciò sapia quello che ho a giudicare. — Carolo, intendendo questo, e parendoli convenir piatire (cosa che singularmente li dispiaceva, com’è costume degli animi generosi), e specialmente parendoli, per giusti consigli e ricordi de alcuni libri del patre, essere ingiustamente convenuto, rodendose dentro d’ira, deliberò, senza piú altro dire, ad uno medesimo tempo beffare l’actore e il iudice, il quale era si poco intelligente, che non cognosceva l’annullazione de la lettera de cambio. E cum questo pensiero, spogliatose subito el cipone, cominciò a fare la rota e le forche bonelle molto legiadramente per la grande sala iuridica. Poi, rctornato al tribunale, dixe: — Misser lo iudice, che dice ora la Vostra Reverenzia? Io non so fare altri acti che questi ch’avete veduto. —11 iudice, ancora che fusse d’ingegno rude e crasso, pur non fu che non cognoscesse essere schernito, onde comandò a’ famigli de la corte che presto el prendesseno. Il che sentendo lui, che era giovene aptissimo e gagliardo, subito se tirò a drieto, saltando come uno