Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/33

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daino fino in mezo de la sala, dove fermandose prese certe pietre de la salitala, quale era guasta, facendo sembiante voler trare quelle verso el tribunale. La qual cosa vedendo la civil brigata che era li venuta a rasone, come arida rena donanti a l’austro se levarono, tirandose da parte, e il iudice e li famigli, che giá el voleveno prendere, la férno per le gambe quanto piú potérno dentro la camera publica de la nostra citá, ivi propinqua. E Carolo cum forte brazzo, per impaurirli, cum animo piú tosto morire che lassarse pigliare, non restava trare megie pietre cum gran forza e animo nel muro verso el banco, dove erano lugiii, che per la forza de la percossa come vetro se rompevano; e alfine, aiutato da alcuni amici, illeso se ne usci de palazzo, e ben cum aiuto però de la generosa memoria del nostro missere Romeo Foscararo, del quale era amico. Ed il iudice, partito Carolo, usci de l’archivo e retornò al banco, infiammato de vencnosa volontá verso el piacevole Carolo. Pure alfine, essendo cognosciuto che era a torto convenuto e che era piacevole e de onorata famiglia, fu confortato ad avere pazienzia, essendo stato acto da recordare sempre cum grantlissimo piacere. E cusi, perdonandoli per intercessione de molli uomini da bene, ne rise assai cum loro, e di Carolo, mediante l’auctoritá de epso misser Romeo, amicissimo divenne, cum absoluzione de la lettera di cambio, sentenziando che giamai per alcuno tempo potesse essere per vigore de quella impedito: dove Bertuzzo cum poca laude rimase. La narrata novella del Foscararo, glorioso signore mio, non meno di festa e piacere occupò la mente degli auditori che facesse quella del Bargelino, commendando gli acti del convenuto, di poi ch’el speculato ingegno del censore non fu svigliato a la virtú de la conscienzia, la quale se sempre in le cause denanti agli occhi corno uno specillo per iudice se tenesse, non seguiriano tante exorbitanzie, quante tutto el giorno, con dispendio delle citade e populi, fanno. E sopra questo effecto essendose una bona pezza per la illustre compagnia parlato, uno caro fratello germano del conte Ercule di Bentivegli, uomo