Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/335

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la mia robba e le mie richezze e quanto mai acquistare ne possa, come quello che altro non cerco, altro non disio, altro non voglio o bramo, se non lei, da la quale ogni mio bene, pace e gloria procede; de le quale cose voglio che ne possa sempre far ogni suo piacere e volontá. E, in fede de le predicte cose, ho scripto la presente de mia propria mano cum la sinceritá del proprio core, e cum quella fede e devozione che richiede el mio verso lei infinito e perpetuo amore. E cussi giuro essere eterno observatore de quanto ne la presente lettera se contiene. E a questo chiamo testimonio el numeroso popolo presente e Imeneo, nupziale idio, e tutti gli altri dii: i quali prego, s’el presente dono in alcuna parte è simulato, me fazano de dolore e miseria spechio ed exemplo a tutto il mondo». Scripta questa lettera, in presenza de tutto el popolo la lesse ad alta voce, acciò fosse da ogni omo intesa: poi, basiandola, gettando uno caldo sospiro, in mano a la bella donna reverentemente la pose e umilmente a lei se recommandò. El Colomnese cavaliero, intendendo il dono facto a la donna dal cavaliero Ursino, quasi confuso, non sap>endo che donare, perché le sue facultá non erano grande come quelle degli altri Colomncsi e del cavaliero Ursino, e tanto piú perché avea speso molto e obligato il suo ne lo adornamento, quando nel campo per combattere comparse; pure, essendo acceso de la donna, e de gelosia e de dolore morendo, fece incontinenti a sé chiamare un notaro, e in questo modo uno instrumento celebrò. «Al nome del potentissimo figliuolo de Citerca, regnante Andreasio, per Dio grazia re italico glorioso. Cum ciò sia ch’el cielo. Amore e la Fortuna hanno Gneo Colomnese, cavaliero romano, producto al mondo devoto subiecto e fedele amante de la prestantissima Diamante, de la magnifica stirpe di Caiacia, lume e gloria de tutte le donne de la presente etate, qui presente, e perché le cose preziose e alte non senza gran diflicultá e sudore aquistare se possono, messer Publio Ursino, nobilissimo cavaliero romano, epsa donna, come io, ad amare se pose. La quale equalmente amando lui ed io, e non sapendo quale de noi dovesse prendere per marito, alfin deliberò che per virtú de l’arme, excel-