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Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/422

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per don Ateon, — che era presente. E, voltandose a lui, disse che erano di entrata l’anno meglio di quatrocento lire de bolognini. A queste parole, come piacque a benigna fortuna, don Ateon se fece tutto bello, come uno falcone quando è scapellato dal falconiero. Questo pervenne a le aurechie del nostro messer Antonio Galeaz, reverendo monsignor apostolico protonotario, di Bentivogli, quale, essendo amabile, faceto e di presto ed ellevato ingegno, subito se dispose cum dulci e lepidi effecti solazare questo don Ateon, comorante in casa sua, quale è persona tutta piacevole e iucunda, che, senza alcuna ipocresia, il suo core tutto parla per il movi* mento degli occhi, e che se teneva cima de beffare iucundamente altrui: onde epso protonotario, per la sua prudente dextreza in condure questo solacio e per la dilectazione ha di preclari ingegni ed animi generosi, essendo pur ancora in la adolescente etate, in lui se può futura celsitudine indicare ad illustri effecti de li accidenti di alte e memorande imprese. Facta dunque, excelso signor marchese, il protonotario dedito a li toi desidèri questa disposizione, incominciò ordinare infra li suoi comensali ch’el se dubitasse de la morte del espellano don Baptista; la quale sequendo, don Ateon cercasse li benefici soi. Cosi ogni omo cum de.xtreza persuadendolo adimandasse quelli al signor messer Zoanne e a madonna Ginevera, cum ciò fusse che don Baptista era pegiorato in modo morirebbe, don Ateon, questo intendendo, giá lieto e de speranza pieno» subito andò a monsignor protonotario a recomandarse li facesse avere questi benefíci, li quali volea goldere in onore e trionfo de la casa Bentivoglia. Monsignor protonotario cum una céra grave e veneranda da prisco prelato, e non come da pochi anni che è, li disse farebbe ogni cosa che quilli avesse, perché lo amava come fratello, e che facesse pur il signor suo patre e madonna sua matre fusseno contenti. Lui alora, pieno de alegreza, fece uno salto, dicendo: — Viva il mio monsignor caro e bello! — E andossene al signor ed a madonna, pregandoli per l’amore de Dio li facesseno avere il benificio da Rofeno, come meritava la sua fede, non possendo campare don Baptista; ch’el fia la cosa molto laudata che, essendo questo benificio stato de uno suo capellano, succeda in uno altro suo. Il signor e madonna, essendo giá informati del solacio, resposeno, quasi non potendo retenire le risa,essere contentissimi; che pur