Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/434

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mangiavano; e, dimandato se cenato avea, respose non, perché non averebbe potuto. Di che per cantate li fue dato uno grande bichiero de vino dolce cum una fetta di pane, ché ne avea grandissimo bisogno. E ponendose uno bocone in boca, il quale masticare non lo potea e pepo inghiotire, per essere assedato e chiuse le vie dei cibo, si per la calda stasene e si specialmente per la smisurata alegreza, die io me maraviglio non de quella fosse scopiato, cosi colacionando, il credenziero tutto umile se li pose in genochio avanti, e implorandoli perdonauza se avesse operato alcuna cosa centra de lui, don Ateon li firmò come in maiestate il guardo, dicendo: — lo non sciò se perdonare ti debba, perché a mi sei stato inimico. Orsú, io te perdono. — E cum affabilitá li pose la mano sopra il cullo, dandoli pian piano; e, tocandoli il volto, il fece in piedi levare, e offerendoli in futuro del bene. E poi li adimandò se sapea che don Baptista avesse denari. Respose che non sapea, se non de venticinque ducati, li quali erano in la sua scarsella, quale avea lui in casa de Morando, e faria l’averebbe la sequente niatina. Colacionato che fue don Ateon, fue decto ch’el saria ben facto che lui andasse a far onore al corpo de don Baptista, che se dovea quella sera sepcllire. E ponendose in ordine de andare cum certe persone de casa, al protonotario non piacque, perché alora l’alegreza de don Ateon fuori se demostrasse, facendoli intendere che lo faceva per livare via li scandeli che occorrere potesseno, cum ciò fusse che messer Bernardino e li suoi erano gente vendicative, onde per isdegno aveano receputi da lui per quisti benefici. E cusi restette, credendo che don Baptista se dovesse sepellire. Madonna, come prudentissima e che pur sarebbe contenta stata che questo legfirotto de la sua pacia cognosciuto se fusse, e dubitando che la matina non andasse al monastero di frati de Sancto Salvatore a smatarsi de questa cosa, perché praticava cum quilli frati, e.ssendo stato de l’ordine loro, li fece dire expressamente, da parte del protonotario, che per iuste casone de casa non se partisse fin non li parlasse. Lui disse de ben fare. Ma la sequente matina, che fue marti, se levoe per tempo, ché mai mai in li suoi occhi possette somno entrare, facendo mille zardini, castella e ròche in aere, e tranferittese al dicto monastero. Nel quale quatti primum dentro giunse, incominciò alta voce a dire: — Bonifici ! benifici! ch’el signore messer Zoanne di Bentivogli me ha dato, li quali valeno l’anno de entrata libre cinquecento de bolognini! — E li frati a