Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/71

Da Wikisource.

il mio onore. Il quale dolcemente ve priego vogliati avere per reconiandato, se caro aveti essere amato da me. — E il frate recapitulando pur cum prieghi il volesse compiacere del suo amore, e costui recusando, e lui infiammato tutto, non potendolo cum prieghi, doni e promesse grande voltare, il prese e gcttòlo sopra el lecto. Or epso, vedendose reversato e parendoli tempo de scoprirse, mutò la ficta voce fiorentina in aretina, dicendo: — Missere mio, non ve afaticate, ché piú segno de uomo me trovo, che vui. — Il frate, maravegliandose e presto chiarire volendose, cum la mano senti elio essere uomo molto ben fornito; ma, vedendolo bello, e lui tutto sentendose de amore acceso, per sequire il suo disordinato appetito, disse: — In bona ora, io non te ho manco caro maschio che femina. — Allora il prete, non essendo senza timore, dette presto de li piedi ne l’impudico pecto al frate, e saltò gioso del lecto e dixe: — Deh! frate, vatte a impiccar per la gola. O sfrenata voglia, o appetito disordinato de frate, quanto sei degno de eterna vituperazione! Chi averebbe mai creduto sotto quello tuo sancto abito, gloria de la cristiana religione, a tanta sceleragine tu fussi inducto? Chi averebbe cxistimato, essendo tu maestro e preceptore de quel luoco, non voglio dire te pentissi del primo appetito, ma tu argumentassi el nefando peccato volere gustare, per il eguale fu Sodoma e Gomora miraculosamente combuste? O spirto diabolico, o pecto profano, come potesti suflFrire la tua sacra professione violare? Come non se move el cielo a punire in tal modo el tuo sacrilegio, che tu abbi a essere spechio de alTanno ed exemplo de dolore agli altri cativi e scelerati frati? Ma certo, quanto me sará possibile, questo tuo puzolente appetito cum damno e vergogna fia manifesto. — Eravamo tuttavia nui altri compagni poco di lungi da la camera del schernito frate, e, sentendo questionare il prete vestito da femina, corserao ridendo dentro la camera e dicendo: — Che è questo? Misser lo priore, che avete voi? — Il quale tutto vergognoso dixe: — Di poi che giuntato me avete, prcgovi per l’amore de Dio diciate nulla, e, se cosa alcuna volete da mi,"adimandate. — Noi dixemo de farlo voluntiera. Ma come S. DEGLI Arienti, A(f Porrei Me. 5