Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/85

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NOVELLA XVII

Gimignano da Modena, famiglio di Beiitivogli, se fa converso de Sancto Salvatore, e, per non venire a noglia a Dio, se parte coruciato de la religione.

L’è circa quatordici anni, egregi gentilomini e voi umanissime donne, ch’el mio consorte tolse per famiglio uno modenexe, nominato Gimignano; giovene, secundo l’essere suo, apto e legiadro assai e dextro molto in servire e gubernare uno ucello, ma per altro una sentilla de legiero, secundo el mio parere, avea. Il quale andando una quadragesima in San Petronio a la predica de frate lacomo da Caio, alora famoso predicatore de’ frati minori, e odendolo cum devote exclamazione invitare li omini ad abandonare il seculo e ad andare a la religione, allegando la sentenzia del divo leronimo, sanctissimo doctore, che ad andare al servizio de Dio non debbe temere il figliuolo pore li piedi sopra el pecto del padre, perché ogni mondana cosa è caduca e transitoria, excepto amare e servire colui che de tutte le cose è optimo e infallibile remuneratore; e in ciò dilatandose cum dolce eloquenzia e devota maniera, non solamente induxe molti nostri gioveni bolognesi ad entrare nella religione, ma accese ancora el core de Giminiano cum tale fervore, che entrò nel monasterio de Sancto Salvatore, officiato da’ devoti canonici regulari del gloriosissimo Aurelio Augustino. E, perché epso non sapeva legere, il feceno converso, e senza mutarli nome il chiamarono frate Giminiano, e dèttonli una filza de grossi ambri de numero cento. Il che facto, el priore, nominato frate Stefano, della claríssima famiglia di Prendiparti, religioso molto reverendo, el chiamò a sé e dixegli: — Figliuol mio, tu dirai ogni giorno cento paternostri e altrettante avemarie, e, per ciascuno paternostro che dirai, tu visitarsi el nostro Signore Dio e, per ciascuna avemaria, saluterai la sua gloriosa Madre, regina de tutto el mondo e de’ peccatori felicissima advocata. Il che facendo, tanta