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152 vi - stanze

15
     Onde Costanzo, che si disconforta
del dominio d’Italia, i luochi sacri
spoglia d’oro e d’argento; e se ne porta
degli antichi romani i simulacri.
Non pur ferita da costui, ma morta
Roma ne resta; né sí acerbi ed acri
in trecent’anni i barbari le fûro,
come in un mese il greco empio e periuro.
16
     Per ornar la cittá di Costantino
porta gli onori e i trionfali segni,
che per memoria il popul di Quirino
lasciato avea de’ superati regni;
ma vento averso gli impedí il camino
e fe’ in Sicilia scaricar i legni,
e di lá poi, con molti altri tesori,
se gli portáro in Alessandria i mori.
17
     Si vede Lupo di Friul, ch’aspira
al dominio d’Italia, e tutta prende
la Toscana e l’Emilia, e dove gira
l’Adige e ’l Menzo e lá dov’Adda scende;
onde ’l figliuol di Grimoaldo tira
il bavaro in Friul, che poi l’incende,
e Lupo uccide, e da quella tempesta
spianato il fòro di Pompilio resta.
18
     Si vede quando Romoaldo e quando
di Lupo e quando d’Ariperto il figlio,
or Sisulfo, or Teodoro, or Liutprando,
Astiulfo, Desiderio e Rachisiglio,
quando cacciati e quando altri cacciando,
l’afflitta Italia por tutta in scompiglio;
e da quest’arme il Pastor santo oppresso,
a Francia per favor ricorrer spesso.