Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/164

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158 vi - stanze

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     Si vede Enrico quarto in umil atto
baciare al santo padre i piè beati,
e quindi allora allora averlo tratto
prigion con vescovi e i maggior prelati;
né prima che non abbian tanto fatto
quanto esso lor dicea, mai gli ha lasciati;
poi cinger fassi, lor mal grado, in Roma,
de la corona imperial la chioma.
40
     Con nuova gente ritornar si vede
ed aver Roma un’altra volta presa;
cacciato il vero papa de la sede,
porvi il falso e far scisma ne la Chiesa.
V’è come, poi che vien Guglielmo, cede
lasciando la cittá spogliata e accesa.
Par che Ruggier Puglia e Calabria prenda,
né Guglielmo vi sia che la difenda.
41
     Dal figliuol di costui menar prigione
si vede il padre santo e i cardinali,
che poi lo lascia e fa che li perdone
non questo pur, ma tutti li altri mali.
Viene il falso Anacleto e a sacco pone
le sante chiese e tutti gli ospitali;
e di Sicilia quinci e quindi dona
a Ruggier terzo il scettro e la corona.
42
     Vien d’Alamagna il re Lotario e rende,
cacciato ’l falso, al ver pastore il seggio;
il titol de l’imperio a Roma prende,
spiíntone quei ch’avean difeso il peggio.
Il figliuol di Ruggier, Guglielmo, scende
da Palermo e Messina e piglia Reggio,
Calabria, Puglia, Capua, né s’astiene
da quell’ancor ch’al papa s’appartiene.