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284 canto


64
     Vi saranno altre ancor, ch’avranno il nome
medesmo, e nasceran molt’anni prima:
di ch’una s’ornerá le sacre chiome
de la corona di Pannonia opima;
un’altra, poi che le terrene some
lasciate avrá, fia ne l’ausonio clima
collocata nel numer de le dive,
et avrá incensi e imagini votive.

65
     De l’altre tacerò; che, come ho detto,
lungo sarebbe a ragionar di tante;
ben che per sé ciascuna abbia suggetto
degno, ch’eroica e chiara tuba cante.
Le Bianche, le Lucrezie io terrò in petto,
e le Costanze e l’altre, che di quante
splendide case Italia reggeranno,
reparatrici e madri ad esser hanno.

66
     Piú ch’altre fosser mai, le tue famiglie
saran ne le lor donne aventurose;
non dico in quella piú de le lor figlie,
che ne l’alta onestá de le lor spose.
E acciò da te notizia anco si piglie
di questa parte che Merlin mi espose,
forse perch’io ’l dovessi a te ridire,
ho di parlarne non poco desire.

67
     E dirò prima di Ricciarda, degno
esempio di fortezza e d’onestade:
vedova rimarrá, giovane, a sdegno
di Fortuna; il che spesso ai buoni accade.
I figli, privi del paterno regno,
esuli andar vedrá in strane contrade,
fanciulli in man degli aversari loro;
ma infine avrá il suo male ampio ristoro.