Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. I, 1928 – BEIC 1737380.djvu/347

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quintodecimo 341


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     Due belle donne onestamente ornate,
l’una vestita a bianco e l’altra a nero,
che de la pugna causa erano state,
stavano a riguardar l’assalto fiero.
Queste eran quelle due benigne fate
ch’avean notriti i figli d’Oliviero,
poi che li trasson teneri citelli
dai curvi artigli di duo grandi augelli,

73
     che rapiti gli avevano a Gismonda,
e portati lontan dal suo paese.
Ma non bisogna in ciò ch’io mi diffonda,
ch’a tutto il mondo è l’istoria palese;
ben che l’autor nel padre si confonda,
ch’un per un altro (io non so come) prese.
Or la battaglia i duo gioveni fanno,
che le due donne ambi pregati n’hanno.

74
     Era in quel clima giá sparito il giorno,
all’isole ancor alto di Fortuna;
l’ombre avean tolto ogni vedere a torno
sotto l’incerta e mal compresa luna;
quando alla ròcca Orril fece ritorno,
poi ch’alla bianca e alla sorella bruna
piacque di differir l’aspra battaglia
fin che ’l sol nuovo all’orizzonte saglia.

75
     Astolfo, che Grifone et Aquilante,
et all’insegne e piú al ferir gagliardo,
riconosciuto avea gran pezzo inante,
lor non fu altiero a salutar né tardo.
Essi vedendo che quel che ’l gigante
traea legato, era il baron dal pardo
(che cosí in corte era quel duca detto),
raccolser lui con non minore affetto.