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sestodecimo 363


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     Spinse a un tempo ciascuno il suo cavallo,
poi che fur presso; e sparí immantinente
quel breve spazio, quel poco intervallo
che si vedea fra l’una e l’altra gente.
Non fu sentito mai piú strano ballo;
che ferian gli Scozzesi solamente:
solamente i pagani eran distrutti,
come sol per morir fosser condutti.

53
     Parve piú freddo ogni pagan che ghiaccio;
parve ogni Scotto piú che fiamma caldo.
I Mori si credean ch’avere il braccio
dovesse ogni cristian, ch’ebbe Rinaldo.
Mosse Sobrino i suoi schierati avaccio,
senza aspettar che lo ’nvitasse araldo:
de l’altra squadra questa era migliore
di capitano, d’arme e di valore.

54
     D’Africa v’era la men trista gente;
ben che né questa ancor gran prezzo vaglia.
Dardinel la sua mosse incontinente,
e male armata, e peggio usa in battaglia;
ben ch’egli in capo avea l’elmo lucente,
e tutto era coperto a piastra e a maglia.
Io credo che la quarta miglior sia,
con la qual Isolier dietro venia.

55
     Trasone intanto, il buon duca di Marra,
che ritrovarsi all’alta impresa gode,
ai cavallieri suoi leva la sbarra,
e seco invita alle famose lode,
poi ch’Isolier con quelli di Navarra
entrar ne la battaglia vede et ode.
Poi mosse Arïodante la sua schiera,
che nuovo duca d’Albania fatt’era.