Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. I, 1928 – BEIC 1737380.djvu/53

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terzo 47


20
     Tacque Merlino avendo cosí detto,
et agio all’opre de la maga diede,
ch’a Bradamante dimostrar l’aspetto
si preparava di ciascun suo erede.
Avea de spirti un gran numero eletto,
non so se da l’inferno o da qual sede,
e tutti quelli in un luogo raccolti
sotto abiti diversi e varii volti.

21
     Poi la donzella a sé richiama in chiesa,
lá dove prima avea tirato un cerchio
che la potea capir tutta distesa,
et avea un palmo ancora di superchio.
E perché da li spirti non sia offesa,
le fa d’un gran pentacolo coperchio;
e le dice che taccia e stia a mirarla:
poi scioglie il libro, e coi demoni parla.

22
     Eccovi fuor de la prima spelonca,
che gente intorno al sacro cerchio ingrossa;
ma, come vuole entrar, la via l’è tronca,
come lo cinga intorno muro e fossa.
In quella stanza, ove la bella conca
in sé chiudea del gran profeta l’ossa,
entravan l’ombre, poi ch’avean tre volte
fatto d’intorno lor debite volte.

23
     — Se i nomi e i gesti di ciascun vo’ dirti
(dicea l’incantatrice a Bradamante),
di questi ch’or per gl’incantati spirti,
prima che nati sien, ci sono avante,
non so veder quando abbia da espedirti;
che non basta una notte a cose tante:
sí ch’io te ne verrò scegliendo alcuno,
secondo il tempo, e che sará oportuno.