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78 canto


64
     Sia vero o falso che Ginevra tolto
s’abbia il suo amante, io non riguardo a questo:
d’averlo fatto la loderei molto,
quando non fosse stato manifesto.
Ho in sua diffesa ogni pensier rivolto:
datemi pur un chi mi guidi presto,
e dove sia l’accusator mi mene;
ch’io spero in Dio Ginevra trar di pene.

65
     Non vo’ giá dir ch’ella non l’abbia fatto;
che nol sappiendo, il falso dir potrei:
dirò ben che non de’ per simil atto
punizïon cadere alcuna in lei;
e dirò che fu ingiusto o che fu matto
chi fece prima li statuti rei;
e come iniqui rivocar si denno,
e nuova legge far con miglior senno.

66
     S’un medesimo ardor, s’un disir pare
inchina e sforza l’uno e l’altro sesso
a quel suave fin d’amor, che pare
all’ignorante vulgo un grave eccesso;
perché si de’ punir donna o biasmare,
che con uno o piú d’uno abbia commesso
quel che l’uom fa con quante n’ha appetito,
e lodato ne va, non che impunito?

67
     Son fatti in questa legge disuguale
veramente alle donne espressi torti;
e spero in Dio mostrar che gli è gran male
che tanto lungamente si comporti. —
Rinaldo ebbe il consenso universale,
che fur gli antiqui ingiusti e mali accorti,
che consentiro a cosí iniqua legge,
e mal fa il re, che può, né la corregge.