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ventesimoprimo 159


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     E col mio quel del mio marito insieme,
il qual se fosse qui, non temerei.
Tu conosci Morando, e sai se teme,
quando Argeo non ci sente, omini e dèi.
Questi or pregando, or minacciando, estreme
prove fa tuttavia, né alcun de’ miei
lascia che non contamini, per trarmi
a’ suoi disii, né so s’io potrò aitarmi.

41
     Or c’ha inteso il partir del mio consorte,
e ch’al ritorno non sará sí presto,
ha avuto ardir d’entrar ne la mia corte
senza altra scusa e senz’altro pretesto;
che se ci fosse il mio signor per sorte,
non sol non avria audacia di far questo,
ma non si terria ancor, per Dio, sicuro
d’appressarsi a tre miglia a questo muro.

42
     E quel che giá per messi ha ricercato,
oggi me l’ha richiesto a fronte a fronte,
e con tai modi, che gran dubbio è stato
de lo avvenirmi disonore et onte;
e se non che parlar dolce gli ho usato,
e finto le mie voglie alle sue pronte,
saria a forza, di quel suto rapace,
che spera aver per mie parole in pace.

43
     Promesso gli ho, non giá per osservargli
(che fatto per timor, nullo è il contratto);
ma la mia intenzïon fu per vietargli
quel che per forza avrebbe allora fatto.
Il caso è qui: tu sol pòi rimediargli;
del mio onor altrimenti sará tratto,
e di quel del mio Argeo, che giá m’hai detto
aver o tanto, o piú che ’l proprio, a petto.