Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/174

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CANTO VENTESIMOSECONDO

1
     Cortesi donne e grate al vostro amante,
voi che d’un solo amor sète contente,
come che certo sia, fra tante e tante,
che rarissime siate in questa mente;
non vi dispiaccia quel ch’io dissi inante,
quando contra Gabrina fui sí ardente,
e s’ancor son per spendervi alcun verso,
di lei biasmando l’animo perverso.

2
     Ella era tale; e come imposto fummi
da chi può in me, non preterisco il vero.
Per questo io non oscuro gli onor summi
d’una e d’un’altra ch’abbia il cor sincero.
Quel che ’l Maestro suo per trenta nummi
diede a’ Iudei, non nocque a Ianni o a Piero;
né d’Ipermestra è la fama men bella,
se ben di tante inique era sorella.

3
     Per una che biasmar cantando ardisco
(che l’ordinata istoria cosí vuole),
lodarne cento incontra m’offerisco,
e far lor virtú chiara piú che ’l sole.
Ma tornando al lavor che vario ordisco,
ch’a molti, lor mercé, grato esser suole,
del cavallier di Scozia io vi dicea,
ch’un alto grido appresso udito avea.